Quando il soggetto sociale funziona come organico – dinamico?
Poiché l’unica entità in grado di trasmettere la vita biologica è la comunità familiare, il soggetto sociale funziona producendo vita quando mobilita l’unica entità in grado di trasmettere vita in modo responsabile: la comunità familiare.
E poiché, nel ciclo della vita, ogni sotto-sistema è ciclico anche il sistema di strutture che chiamiamo società deve nascere dalla comunità familiare e produrla come suo effetto finale. Il consumismo in cui ci troviamo è autodistruttivo perché, purtroppo, come suo effetto finale NON produce comunità familiari responsabili, ma economia.
Che cos’è la comunità familiare in senso sociale?
La comunità familiare considerata come*insieme di strutture*è l’insieme naturale delle singole famiglie coinvolto nella trasmissione della vita. Nella comunità familiare sono presenti tutti gli elementi naturali, compresi i nonni, i suoceri, …. Essi formano un unico sistema produttore e salvifico della vita.
La*comunità familiare*, perciò,
- è *ben più estesa della singola coppia* o della singola persona.
- *Riceve e produce la cultura della vita* in tutte le sue dimensioni compresa quella *sociale e religiosa*.
- È socialmente mobile, ossia *formata sempre da soggetti familiari diversi* che si possono unificare grazie alla comune *priorità data alla trasmissione della vita*,
- e che *assumono l’uno verso l’altro doveri specifici di prestazione diretta e gratuita*.
_Perché la comunità familiare è anche una struttura cristiana?_
La comunità familiare corrisponde alla struttura sociale del cristianesimo, e da quel che mi risulta di ogni altra religione, perché essa è il soggetto che, per poter esistere,
- mette al centro la vita
- va ad incarnare tutte le opere di misericordia tra i suoi membri[1] e, in definitiva,
- è l’incarnazione “automatica” dei princìpi della dottrina sociale cristiana[2].
_Quando il soggetto economico funziona come organico – dinamico?_
Il soggetto economico funziona come*parte di life giving life* quando la sua micro-economia si auto – costruisce in senso organico – dinamico, ossia *utilizzando gli stessi criteri di sviluppo della comunità familiare organica*. In questo modo, dal punto di vista economico, si coordinano le logiche costruttive sociali con quelle economiche, abbattendo gli sprechi e gli scarti.
Life customer satisfaction (soddisfazione del cliente nella vita) diventa la regola del mercato, che da una parte genera i criteri di sviluppo della finanza e del suo mercato e di conseguenza dello sviluppo scientifico-tecnico, mentre dall’altra abbatte il rapporto qualità-prezzo della produzione microeconomica, ristabilendo il corretto rapporto tra lo sviluppo di una struttura sociale interfamiliare in funzione della vita con la rispettiva logica imprenditoriale, produttiva della base materiale a lei necessaria. Non dobbiamo inventare (quasi) nulla, abbiamo già l’esperienza Toyota che ci precede.
_Quale è stato il più grande spreco mai operato nella storia?_
La massima quantità di spreco e scarto operata nella storia è stata la *disorganizzazione socio-economica* che, separando i due aspetti dell’agire sociale ed economico, *ha posto l’economia quale centro dello sviluppo sociale e umano*.
Essa è stata operata attraverso la dottrina consumista di Mainard Keynes, e la quantità di spreco prodotto è forse superata solo dall’opposizione dello sviluppo umano con i criteri della vita che oggi ci ha portato, per esempio, alla messa al bando dei motori diesel e benzina. Ma basta pensare ai 17 obiettivi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ONU per verificare l’enormità dell’errore di aver messo lo sviluppo economico per lo sviluppo economico_ come punto di riferimento dell’azione umana, e quindi dello spreco operato dal nostro passato demente. Il 17 obiettivi sono, infatti, tentativi di *rimediare ai nostri errori* del passato.
_Come mai si riducono i costi ponendo al centro la struttura sociale *comunità familiare*?_
La comunità familiare interviene direttamente nella produzione del PIL (Vedi). Occorre sostituire l’attuale ciclo del PIL con un ciclo sobrio socio-economico-ambientale. Ecco come si fa.
L’azione economica funziona da sostentamento per l’azione della comunità familiare, il soggetto sociale che produce il consumo *C* e la quantità di risorse *b* che produrrà l’investimento *I*. Indirettamente interviene anche nella riduzione del bisogno fiscale e, attraverso la politica, nella determinazione del tipo di tasse *t* e del loro investimento in*G*.
Un’ *alta efficienza sociale della comunità familiare, infatti, significa alta quantità di prestazioni dirette gratuite che vanno a buon fine*, le quali diminuiscono la dimensione di *C* a carattere oneroso, e quindi la necessità dello scambio a distanza con tutti gli sprechi ad esso collegati, come la quantità di beni prodotti, i trasporti,…. La riduzione dello scambio oneroso necessario alla sopravvivenza C, ha come effetto l’aumento della disponibilità di denaro *b*, che andrà a produrre l’investimento*I*, ma questa volta non finalizzato alla sostituzione dell’attività familiare. La stessa finalizzazione del prelievo fiscale *t* all’investimento politico *G* che ne deriva, non si perde più nella sostituzione dell’azione propria della comunità familiare. Si liberano così risorse pubbliche che consentono la riduzione del prelievo fiscale aumentando l’investimento diretto “I” verso _“Life customer satisfaction”_ che migliora il _“rapporto qualità-prezzo del mercato in senso organico-dinamico”_ eliminando gli sprechi produttivi e di consumo . Il ciclo perciò si chiude, in quanto il miglioramento del rapporto qualità prezzo, migliora la qualità della vita reale attivando la costruzione della comunità familiare e “riavvia” un nuovo dinamismo verso la riduzione dei costi onerosi fino ad un nuovo equilibrio.
_Quando il fisco funziona come organico dinamico?_
In questa osservazione poniamo arbitrariamente lo Stato come soggetto esattore delle imposte, ma potrebbero essere le regioni, le province, o i comuni. Non importa chi sia il soggetto esattore perché comunque si *ripete lo stesso criterio a livelli diversi* . Lo Stato organico – dinamico Life giving-life (vedi), infatti, è costruito con il criterio*unione nella diversità*, e quindi è unitario e federalista sino ad arrivare alla comunità familiare che ne rappresenta la cellula-base.
L’azione di qualsiasi entità di questa piramide di strutture sociali deve essere nel contempo costruttiva di sé stessa e salvifica della comunità familiare (vedi), fattore che ne permette la sussistenza nello spazio e nel tempo.
Il *soggetto fiscale sociale di Life giving life è la comunità familiare* che va a sostituire l’individuo. Solo la comunità familiare, per sua natura, è nel contempo costruttrice della comunità e della società interfamiliare necessitata ad applicare*DIRETTAMENTE e continuamente*i criteri salvifici per i suoi componenti, dal neonato all’anziano, distribuendo le risorse in funzione dello sviluppo e protezione della vita.
Nel contempo, poiché non esistono persone al di fuori di una comunità familiare (siamo tutti almeno*figli*) essa comprende ogni cittadino passato presente futuro. È la comunità familiare che *distribuisce le risorse materiali e immateriali in base alle esigenze di ogni stagione della vita ed è costretta a verificarne i risultati*, e quindi costituisce il*soggetto fiscale sociale*. A questo soggetto fiscale sociale si accompagna il*soggetto fiscale economico*.
*Scopo dell’istituzione fiscale è quello di mantenere in atto la comunità familiare come soggetto sociale produttore del sociale stesso, ed erogatore di prestazioni salvifiche e costruttive di ogni singolo elemento a lei appartenente*.
In questo modo *l’aumento della prestazione diretta operato dalla comunità familiare agisce sul resto*, per esempio sulla necessità di trasporti, di strade, di bar, aumenta i consumi di cibo fresco, deprime la necessità di nidi, di tempo prolungato a scuola, … di tutte quelle spese inutilmente onerose che abbiamo dovuto creare per supplire alla mancanza di essa e che oggi formano buona parte del nostro PIL, producendo nel contempo il tempo che le è necessario per esistere. Tuttavia occorre sottolineare che *è possibile questo risultato esclusivamente con l’adozione di tutti gli altri criteri* di sviluppo ciclici contenuti nella Matrice (vedi microeconomia).
_Quando è necessaria la funzione sussidiaria dello Stato?_
Lo Stato, un’istituzione pubblica, interviene nel processo distributivo e salvifico delle risorse in modo sussidiario, ossia quando si produce l’assenza della comunità familiare per qualsiasi motivo, per esempio quando tutti gli altri componenti della comunità familiare sono morti, o non sono in grado di gestirla o finanziarla.
[1] « 2447 Le opere di misericordia sono le azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali [Cf Is 58,6-7; Eb 13,3 ]. Istruire, consigliare, consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come perdonare e sopportare con pazienza. Le opere di misericordia corporale consistono segnatamente nel dare da mangiare a chi ha fame, nell’ospitare i senza tetto, nel vestire chi ha bisogno di indumenti, nel visitare gli ammalati e i prigionieri, nel seppellire i morti [Cf Mt 25,31-46 ]. Tra queste opere, fare l’elemosina ai poveri [Cf Tb 4,5-11; Sir 17,17 ] è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio: [Cf Mt 6,2-4 ].»
Chiesa Cattolica, Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana 2003 [PARTE TERZA – LA VITA IN CRISTO,[SEZIONE SECONDA – I DIECI COMANDAMENTI [ Articolo 7 IL SETTIMO COMANDAMENTO CAPITOLO SECONDO – “AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” [ , § VI. L’amore per i poveri n°2447. ].
[2] 160 I principi permanenti della dottrina sociale della Chiesa 341 costituiscono i veri e propri cardini dell’insegnamento sociale cattolico: si tratta del principio della dignità della persona umana già trattato nel capitolo precedente nel quale ogni altro principio e contenuto della dottrina sociale trova fondamento,342 del bene comune, della sussidiarietà e della solidarietà. Tali principi, espressione dell’intera verità sull’uomo conosciuta tramite la ragione e la fede, scaturiscono « dall’incontro del messaggio evangelico e delle sue esigenze, che si riassumono nel comandamento supremo dell’amore di Dio e del prossimo e nella giustizia, con i problemi derivanti dalla vita della società ».343 La Chiesa, nel corso della storia e alla luce dello Spirito, riflettendo sapientemente all’interno della propria tradizione di fede, ha potuto dare a tali principi fondazione e configurazione sempre più accurate, enucleandoli progressivamente, nello sforzo di rispondere con coerenza alle esigenze dei tempi e ai continui sviluppi della vita sociale.
162 I principi della dottrina sociale devono essere apprezzati nella loro unitarietà, connessione e articolazione. Tale esigenza si radica nel significato attribuito dalla Chiesa stessa alla propria dottrina sociale, di « corpus » dottrinale unitario che interpreta le realtà sociali in modo organico.344 L’attenzione verso ogni singolo principio nella sua specificità non deve condurre ad un suo utilizzo parziale ed errato, che avviene qualora lo si invochi come fosse disarticolato e sconnesso rispetto a tutti gli altri. L’approfondimento teorico e la stessa applicazione di anche uno solo dei principi sociali fanno emergere con chiarezza la reciprocità, la complementarità, i nessi che li strutturano. Questi cardini fondamentali della dottrina della Chiesa rappresentano, inoltre, ben più di un patrimonio permanente di riflessione, che pure è parte essenziale del messaggio cristiano, poiché indicano a tutti le vie possibili per edificare una vita sociale buona, autenticamente rinnovata.345
«163 I principi della dottrina sociale, nel loro insieme, costituiscono quella prima articolazione della verità della società, dalla quale ogni coscienza è interpellata e invitata ad interagire con ogni altra, nella libertà, in piena corresponsabilità con tutti e nei confronti di tutti. Alla questione della verità e del senso del vivere sociale, infatti, l’uomo non può sottrarsi, in quanto la società non è una realtà estranea al suo stesso esistere.
Tali principi hanno un significato profondamente morale perché rinviano ai fondamenti ultimi e ordinatori della vita sociale. Per una loro piena comprensione, occorre agire nella loro direzione, sulla via dello sviluppo da essi indicato per una vita degna dell’uomo. L’esigenza morale insita nei grandi principi sociali riguarda sia l’agire personale dei singoli, in quanto primi ed insostituibili soggetti responsabili della vita sociale ad ogni livello, sia, al tempo stesso, le istituzioni, rappresentate da leggi, norme di costume e strutture civili, a causa della loro capacità di influenzare e condizionare le scelte di molti e per molto tempo. I principi ricordano, infatti, che la società storicamente esistente scaturisce dall’intrecciarsi delle libertà di tutte le persone che in essa interagiscono, contribuendo, mediante le loro scelte, ad edificarla o ad impoverirla.»
Chiesa Cattolica,Compendio della Dottrina Sociale Cristiana,Libreria Editrice Vaticana Roma 2004 [PARTE PRIMA,[ [ PARTE PRIMA I PRINCIPI DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA [ , § I. SIGNIFICATO E UNITÀ n°/p. 163 http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20060526_compendio-dott-soc_it.html].